A cura di Renato R. Colucci
Un blocco anticiclonico esteso dal medio Atlantico fino alla Scandinavia settentrionale sta mettendo in moto aria piuttosto fredda di origine artico-continentale diretta proprio verso la macroregione Alpeadria. Questa configurazione sinottica favorirà una fase molto fredda per la stagione con temperature in quota di 8-12°C al di sotto delle medie di inizio aprile, in particolare sulla Slovenia. La direzione e l'origine della massa d'aria, però, non saranno foriere di precipitazioni ma piuttosto di una fase secca, inizialmente caratterizzata da Bora forte.
LA SINOTTICA
Analizziamo la probabile evoluzione sinottica relativa ai prossimi 7 giorni, da lunedì 3 a domenica 9 aprile 2023. Per farlo ci avvaliamo in particolare del modello europeo ECMWF che si dimostra costantemente il migliore nell’interpretare l’evoluzione meteorologica su scala europea.
La fase iniziale della settimana presenterà da subito una nuova configurazione sinottica con un importante campo di alte pressioni estese dal medio Atlantico fino alla Scandinavia settentrionale. Correnti miti ed umide interesseranno le coste occidentali della Norvegia, interessate nelle ultime settimane da condizioni di freddo e temperature molto rigide, ponendo fine, di fatto, all'inverno in quelle località.
Sul bordo orientale della possente struttura anticiclonica che si è formata nel corso della fine settimana 1-2 aprile, scorreranno correnti fredde di origine artico-continentale. La massa d'aria si muoverà piuttosto rapidamente e questo le consentirà di mantenere le sue caratteristiche iniziali.
I campi di pressione al suolo e di temperatura in quota ad 850 hPa (che corrisponderanno a circa 1600 m sulla macro-regione Alpeadria, previsti per lunedì alle ore 12 UTC dal modello tedesco DWD
La sostanziale modifica in atto in queste ore, dipende da quanto avviene ai livelli superiori dell'atmosfera, come si vede nell'immagine successiva. La corrente a getto, messa in evidenza dai venti intensi alla superficie geopotenziale di 300 hPa che corrisponde a circa 9000 m di quota, e quindi prossima alla tropopausa, propone una marcata ondulazione meridiana in grado di deviare i flussi perturbati e miti atlantici verso l'Artico.
La risposta, come avviene in questi casi, è immediata con il ramo discendente della corrente a getto diretto verso sud che "scalza" l'aria fredda da quei luoghi e la trasporta rapidamente verso latitudini meridionali.
La rotazione dei venti ad ovest del Portogallo, dirige poi la corrente a getto verso il Medio Oriente e la Turchia, favorendo la formazione di una vasta zona depressionaria che andrà ad occupare tutto il Mediterraneo, come si vede chiaramente nella carta delle anomalie di geopotenziale a 500 hPa (circa 5500 m di quota) centrata nella giornata di martedì.
Tale circostanza, darà l'innesco per il violento travaso dell'aria fredda dai Balcani verso il Mediterrano attraverso i valichi orografici delle Alpi Dinariche. Stanti la caratteristica termodinamica della massa d'aria in arrivo (aria fredda e secca, e quindi particolarmente densa) ed il gradiente di pressione tra Nord e Sud delle Alpi, si innescheranno forti venti di Bora sull'Adriatico.
Nella carta successiva, vediamo l'analisi WRF dei campi di vento alle ore 00 UTC del 4 aprile, martedì. Si vede come tutte le "porte della Bora" siano attivate, dalle Prealpi Giulie a nord (Cividale del Friuli-Valli del Natisone), fino all'Albania a sud.
Il repentino travaso di aria fredda avrà il suo culmine proprio nella giornata di martedì, quando l'isoterma -10°C a 1600 m interesserà tutta la Slovenia orientale, la -8°C lambirà il Carso e la -6°C dovrebbe interessare il Friuli Venezia Giulia centrale.
Nell'immagine seguente, i campi di temperatura a 850 hPa previsti da ECMWF sulle Alpi alle 06:00 UTC di martedì 4 aprile.
Il vento di Bora sarà rapidamente in calo già nel corso della giornata di mercoledì, così come pronosticato da WRF nell'immgine successiva. La breve durata dell'evento di Bora dipende principalmente da come la depressione Mediterranea evolverà nel corso della settimana, dopo che la massa d'aria artica avrà oltrepassato lo spartiacque dinarico.
Come detto, la massa d'aria in arrivo, oltre che particolarmente fredda, risulterà anche piuttosto secca. Nella carta successiva vediamo i campi di umidità a 700 hPa (circa 3000 m di quota).
Si nota il canale di aria secca con valori inferiori al 50% che dalla Russia settentrionale giunge sull'Europa centrale e l'Italia centro-settentrionale nel corso di lunedì 3 aprile.
Tale circostanza sarà propizia, nelle giornate di giovedì e venerdì, al verificarsi di temperature minime piuttosto basse per la stagione anche in pianura nelle zone dove la ventilazione orientale non avrà reso possibile tra martedì e mercoledì l'accumulo di aria fredda nei basi strati della troposfera.
D'altro canto, il calo del vento, farà riprendere qualche grado alle temperature massime in particolare grazie alla radiazione solare che ormai, ad inizio aprile, comincia ad essere molto più incisiva.
L'aria fredda resisterà in sede Mediterranea per parecchi giorni, e lo vediamo in particolare dalla carta successiva che mostra ancora una volta le anomalie di temperatura previste per il 9 aprile prossimo, domenica di Pasqua. Presentiamo anche la carta proposta da GFS di seguito all'analisi ECMWF, per evidenziare il sostanziale accordo dei due modelli, seppur con alcuni dettagli differenti, che rende la probabilità che ciò si realizzi piuttosto elevata.
Di seguito, ancora, i grafici delle temperature previste alla quota di 850 hPa su Udine e Ljubljana per l'intera settimana, plottate assieme alle precipitazioni.
Tali valori in quota, in aprile, producono ovviamente un effetto diverso in pianura. La radiazione solare ben più incisiva rispetto ai mesi invernali ed il fatto che la durata della notte diventi via via più breve rispetto al giorno, non permette un calo termico particolarmente significativo.
Le temperature massime, in particolare, risulteranno difficilmente inferiori ai 10°C sul Friuli Venezia Giulia, e torneranno verso i 12-14°C già nella giornata di giovedì. Discorso diverso per le zone interessate dalla Bora che garantirà valori più bassi anhe di giorno, in particolare a Trieste.
Notiamo inoltre, come detto, che la massa d'aria secca e la direttrice di provenienza non favoriranno precipitazioni sulla marcoregione Alpeadria.
La situazione invece sarà foriera di precipitazioni da stau (sbarramento orografico) sull'Appenino e su gran parte dei Balcani centro meridionali, fino a quote molto basse.
Sulle Alpi Dinariche centro meridionali, i quantitativi di neve potranno avvicinarsi localmente al metro. Dopo questa fase meteorologica, l'indice NAO sembra risalire su valori neutri o leggermente positivi, ma non in maniera particolarmente decisa. E' auspicabile che dopo questo intermezzo freddo e secco, possa riaprirsi la "porta dell'Atlantico". Saremo qui a commentarlo eventualmente la prossima settimana.
Vi invito sempre a seguire gli aggiornamenti seguendo gli enti preposti oltre i servizi locali di allerta meteorologica. Quanto appena descritto non rappresenta infatti una previsione meteorologica ma una semplice occhiata volta a discutere la configurazione sinottica sulla base dei prodotti modellistici disponibili liberamente in rete.
Per le previsioni meteorologiche giorno per giorno sulla regione Alpeadria, vanno consultati i bollettini meteorologici forniti dai servizi meteorologici ufficiali osmer-arpa, zamg, arso
Le carte riportate e discusse in questo articolo, a volte modificate ed integrate, sono tratte dai portali wxcharts.com, tramite Licenza Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Per consultare gli aggiornamenti modellistici suggeriamo di collegarsi direttamente ai portali dedicati.
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