Dalla piccola età glaciale ai giorni nostri, come è cambiato il paesaggio delle Alpi Giulie
La mostra è curata dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica in collaborazione con il Parco Naturale delle Prealpi Giulie
Gli allestimenti di questa mostra hanno l’ambizione di accompagnare il visitatore in un viaggio attraverso il massiccio del Canin, situato nell’area più orientale del parco naturale delle Prealpi Giulie.
Un territorio di alta quota che, dalla fine della Piccola Età Glaciale (PEG) ai giorni nostri ha subito profonde modificazioni e consente oggi di affrontare, grazie agli studi e alle ricerche di rilevanza internazionale realizzate, i temi inerenti la geomorfologia, il carsismo, la speleologia, la glaciologia, all’interno di una visione paleoclimatica che offre un quadro d’insieme e consente una comprensione scientifica dei fenomeni descritti.
E forse ancor più dei testi, sono le immagini a dare un’immediatezza nella comprensione dei temi attraverso fotografie, confronti fotografici, sintesi illustrate e video, plastici e reperti.
La mostra, curata da Renato R. Colucci, Andrea Securo e Sara Flego, in collaborazione con il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, è uno dei risultati di una convenzione tra l’Ente e la Società Meteorologica Alpino-Adriatica per la collaborazione tecnico-scientifica e divulgativa nei settori della meteorologia, climatologia e glaciologia. Va peraltro correttamente citata una più ampia partnership che coinvolge l’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Comitato Glaciologico Italiano, il Servizio Geologico della Regione Friuli Venezia Giulia.
E proprio grazie a quest’ultimo e al contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, si è potuto realizzare tale mostra, come una delle attività previste dal progetto: “Miglioramento fruizione del sentiero geologico Foran Dal Mus al monte Canin”.
I risultati illustrati rappresentano dunque una memoria storico-geografica di un’area che fino a poco tempo fa era caratterizzata dalla presenza di ambienti glaciali diffusi, ora ormai ridotti a poche placche residue. Tutto quello che in questa mostra potrete vedere ha l’obiettivo di sensibilizzare le vecchie, ma soprattutto le nuove generazioni, in merito alla pesante impronta che le comunità e le società umane sono in grado di lasciare sul territorio.
L’auspicio è che una tale iniziativa possa innestare nel pensiero e nelle coscienze una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente che ci circonda, per lasciarlo in armonia con gli eventi paleoclimatici che lo hanno plasmato nel corso della storia recente ed antica.
L’evento è finanziato con un contributo del Servizio geologico della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia per la promozione del patrimonio geologico e della geodiversità nel territorio regionale, ai sensi dell’art. 18 della legge regionale 14 ottobre 2016, n. 15.
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