A cura di Renato R. Colucci
Evoluzione Sinottica settimana 48, 28 novembre - 4 dicembre 2022
L'evoluzione sinottica della settimana entrante propone la formazione di una depressione sull'Italia meridionale con un afflusso di aria più leggermente più fredda ma NON con caratteristiche di gelo. Scarse precipitazioni sull'Alpeadria con neve fino a quote attorno ai 500 m in montagna. L'effetto più evidente della depressione sarà un rinforzo della Bora ed un lieve calo termico su valori leggermente inferiori alla media di fine novembre/inizio dicembre.
LA SINOTTICA
Analizziamo la probabile evoluzione sinottica relativa ai prossimi 7 giorni, da oggi lunedì 28 novembre a domenica 4 dicembre 2022. Per farlo ci avvaliamo in particolare del modello europeo ECMWF che è quello più performante nel “vedere” correttamente l’evoluzione del tempo meteorologico.
Un minimo depressionario in queste ore si sta spostando dai Pirenei verso la Sardegna dove giungerà martedì, puntando poi l’Italia meridionale mercoledì e la Grecia giovedì, dove poi dovrebbe esaurirsi. Questa struttura depressionaria di fatto influenzerà il tempo meteorologico dell’Alpeadria per l’intera settimana, in particolare a causa di un afflusso di aria un po’ più fredda da est.
Il piccolo minimo depressionari al suolo presente sui Pirenei oggi, lunedì 28 novembre 2022
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Il minimo depressionario al suolo presente suill'Italia meridionale mercoledì 30 novembre porta a maturazione una depressione mediterranea.
Il minimo depressionario in quota a 500 hPa presente a sud dei Pireni oggi, lunedì 28 novembre 2022. Carta delle anomalie di pressione. Fonte ECMWF
Il minimo depressionario in quota presente suill'Italia meridionale mercoledì 30 novembre porta a maturazione una depressione mediterranea. Carta delle anomalie di pressione alla quota di 500 hPa. Fonte ECMWF
Il moto antiorario della depressione in Mediterraneo farà intensificare il vento di Bora sulle Alpi Dinariche settentrionali e sulle coste dell’Adriatico, che in pratica sarà presente per l'intera settimana, con una fase più intensa tra martedì e giovedì quando le raffiche potrebbero attestarsi attorno ai 100 km/h su Trieste, con picchi di 120-130 km/h nella vallate del Vipacco, nell'area del Velebit e sulle isole croate del Quarnero.
Previsione dei campi dei venti (massime raffiche) proposta dal modello ECMWF fino a lunedì 5 dicembre
La posizione del jet stream rimane a latitudine piuttosto meridionale sul Mediterraneo, come ben evidenziato dall’animazione dei venti alla quota geopotenziale di 300 hPa (attorno ai 9000 m di quota) che proponiamo sotto, secondo gli scenari GFS. Un apparente disturbo intuibile verso la fine della settimana corrente, fa intuire una possibile riorganizzazione dei pattern con una possibile debole rimonta anticiclonica.
Negli scorsi giorni, alcune elaborazioni modellistiche fornite da entrambi i modelli globali GFS ed ECMWF, avevano paventato la remota possibilità di flussi retrogradi molto freddi da est legati al rinforzo dell’anticiclone termico siberiano in formazione in queste settimane, come sempre accade alla fine dell’autunno.
Nel breve termine, però, non vi è nessuno scenario che proponga irruzioni di gelo dirette verso l’Europa o il Mediterraneo, quindi possiamo asserire che le deliranti affermazioni fornite da alcuni portali di informazione meteorologica, non sono supportati al momento da alcun elemento oggettivo che ne garantisca un minimo di attendibilità.
E’ comunque vero che quest’anno alcuni elementi, in prospettiva, possano deporre favorevolmente per possibili situazioni di freddo più intenso rispetto alle ultime annate.
In particolare, l’estesa copertura nevosa che si registra quest’anno nell’emisfero boreale, tra le più alte mai osservate in 56 anni, depone a favore per la formazione di un ingente serbatoio di aria fredda al suolo. E’ di questi giorni la notizia che in Siberia la soglia dei -50°C sia già stata superata.
Carta delle anomalie di temperatura al suolo osservate oggi, lunedì 28 novembre 2022. E' evidente l'intenso raffreddamento di gran parte della Russia e Siberia in questa fine autunno, un trend peraltro osservato di recente che vede queste aree dell'emisfero settentrionale con la parte iniziale degli inverni più fredda negli ultimi decenni
Un altro aspetto è rappresentato dal vortice polare che, quest’anno, sembra essere decisamente più debole rispetto allo scorso inverno quando risultò particolarmente intenso ed in grado in pratica di inibire qualsiasi possibile irruzione fredda invernale.
In meteorologia, il vortice polare non è altro che una bassa pressione semi-permanente centrata proprio al di sopra del polo nord. È una vasta regione di aria fredda e rotante che circonda entrambe le regioni polari, ce n’è infatti una analoga sopra l’Antartide.
Campi di temperatura e pressione alla quota geopotenziale di 10hPa (a circa 30km di altitudine) previsti per l'emisfero settentrionale nei prossimi 10 giorni. Fonte GFS
Per farla più semplice, il vortice polare non è né più né meno che il flusso zonale medio alle alte latitudini. Questa struttura, che scorre intorno alla Terra, dà origine a un vortice con isobare chiuse, approssimativamente circolari e concentriche, se osservata da un osservatore situato appena sopra l'Artico.
Più complessivamente il vortice polare potremmo vederlo come un modello di circolazione dell’aria fredda artica che descrive due fenomeni distinti: Il vortice polare stratosferico e il vortice polare troposferico.
Il vortice polare stratosferico è una struttura barica su larga scala particolarmente attiva nella fredda stagione invernale. I venti a rotazione ciclonica ad alta velocità si trovano tra circa 15 chilometri e 50 chilometri di altezza. Il vortice polare stratosferico si rafforza e si estende in autunno e si restringe colmandosi in primavera. In estate il vortice polare è praticamente assente in quanto la sua genesi autunnale è dovuta all'aria fredda che si forma nelle zone artiche circostanti.
Il vortice polare troposferico è invece spesso definito come l'area verso i poli della corrente a getto troposferica, che si estende dal suolo fino a circa 10-15 chilometri. A differenza del vortice polare stratosferico, il vortice polare troposferico esiste tutto l'anno. Eventi temporanei possono però comprometterne l'esistenza. Ad esempio, lo sviluppo di lobi che ne provocano la frantumazione verso le medie latitudini possono causare intense ondate di freddo in Europa o negli Stati Uniti.
Se il vortice polare si indebolisce, la corrente a getto tende ad essere più serpeggiante. Ciò consente all'aria fredda artica di scendere improvvisamente alla latitudine che interessa il Nord America o l'Europa occidentale. A volte il vortice stratosferico si approfondisce verso il basso innescando un vortice troposferico e le due figure bariche possono alimentarsi a vicenda.
Una misura dell'intensità del vortice polare è data dall'oscillazione artica (AO). I rispettivi effetti legati ad una AO negativa o positiva sono riassunti nell’immagine sotto. A sua volta, la AO ha stretti legami con l'oscillazione nord atlantica (NAO) situata nell'Atlantico settentrionale. L'oscillazione del Nord Atlantico è un indice di teleconnessione che dipende dalle differenze di pressione atmosferica tra l'Islanda e le isole Azzorre.
Nell'Oceano Pacifico, invece, l'oscillazione del Pacifico settentrionale (NPO) è un'oscillazione della pressione atmosferica e della temperatura della superficie del mare nell'Oceano Pacifico settentrionale che influenza, tra le altre cose, la temperatura invernale nella maggior parte del Nord America.
TEMPERATURA
L’intero periodo sarà caratterizzato da valori di temperatura leggermente inferiori o in media rispetto ai tipici valori di fine novembre/inizio dicembre.
La copertura nuvolosa, in particolare presente su Slovenia e Carinzia, meno continua sul settore del Friuli Venezia Giulia, tenderà ad abbassare di qualche grado le massime giornaliere evitando però generalmente la possibilità di gelate in pianura su tutti i settori.
Fanno eccezione ovviamente le vallate alpine che già vedono in queste ore la formazione di corpose inversioni termiche.
L'afflusso di aria un po' più fredda da est in seno alla depressione mediterranea secondo la carta delle anomalie di temperatura a 850 hPa
PRECIPITAZIONI
Deboli e sparse nel corso della settimana, saranno nevose a quote piuttosto basse, indicativamente tra i 500 ed i 700 m, sull’intera Alpeadria. Sulle pianure di Slovenia, Croazia e Austria vi sarà verosimilmente e per la maggior parte solo presenza di pioggia, eventualmente mista a neve ma senza accumuli con temperature di un paio di gradi al di sopra dello zero.
Gli accumuli totali di precipitazione (pioggia più neve fusa) previsti fino a domenica 4 dicembre secondo ECMWF.
Senza voler fare troppa retorica, è possibile asserire che fino ad una trentina di anni fa con una situazione sinottica di questo tipo, le precipitazioni sulle pianure di Slovenia, Croazia e Carinzia si sarebbero verificate sotto forma di neve e non di pioggia. I 2°C di aumento medio della temperatura si estrinsecano, negli effetti, con la riduzione sempre più marcata degli eventi nevosi a quote basse, e questa occasione sinottico-meteorologica ne è probabilmente uno degli esempi più lampanti.
Questo non significa che nel corso dell’inverno le nevicate non potranno verificarsi fino al piano, ma per farlo c’è bisogno di irruzioni di aria fredda più marcate di questa che, fino a qualche decina di anni fa, sarebbe stata sufficiente a portare la neve in pianura perchè con termiche mediamente più basse di un paio di gradi.
Una linea di tendenza ha bisogno di conferme che invitiamo ad approfondire sempre seguendo gli aggiornamento degli enti preposti oltre che i servizi locali di allerta meteorologica. In fasi instabili e dinamiche come quelle primaverili tale consiglio ha ancora più valore.
Quanto appena descritto rappresenta infatti una semplice occhiata rivolta alla tendenza sinottica sulla base dei prodotti modellistici disponibili liberamente in rete, e non costituisce una previsione meteorologica
Per le previsioni meteorologiche giorno per giorno sulla regione Alpeadria, vanno consultati i bollettini meteorologici forniti dai servizi meteorologici ufficiali osmer-arpa, zamg, arso
Le carte riportate e discusse in questo articolo, a volte modificate ed integrate, sono tratte dai portali wxcharts.com tramite Licenza Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). Per consultare gli aggiornamenti modellistici suggeriamo di
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