A cura di Renato R. Colucci, Andrea Securo, Rudy Gratton e Zeno Cecon
Il Resoconto stagionale è realizzato sulla base di stazioni meteorologiche selezionate dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica per rappresentare l'andamento meteo-climatico sul Friuli Venezia Giulia. Lunghi periodi senza precipitazioni alternati a fasi molto perturbate, prerogativa della nuova variabilità meteorologica consolidatasi negli ultimi due decenni. Sul Canin a 2200 m di quota da 37 anni ormai non si registrano medie autunnali inferiori a 0°C.
Le stazioni meteorologiche
Questo resoconto stagionale è realizzato sulla base dei dati osservati in alcune stazioni rappresentative del Friuli Venezia Giulia. I siti selezionati comprendono osservatori storici, stazioni meteorologiche professionali della rete meteorologica di ARPA-OSMER e Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, e stazioni meteorologiche non professionali ma di elevata e riconosciuta affidabilità gestite da membri della Società Meteorologica Alpno-Adriatica..
La caratteristica di tutte le stazioni commentate in questo resoconto stagionale è quella di avere una serie di osservazioni rappresentativa di almeno 30 anni. Fanno eccezione la stazione meteorologica di Trieste Molo Fratelli Bandiera, che possiede una climatologia leggermente inferiore (1994-2020) e la nuova stazione meteorologica di Sella Nevea, installata in seno al progetto Alpi Giulie Meteo Lab.
Le stazioni meteorologiche selezionate per il report dell'autunno 2021
L'autunno nel mondo ed in Europa
L’autunno meteorologico, seguendo la convenzione della World Meteorological Organization (WMO) inizia il giorno 1 settembre e termina il 30 novembre.
La temperatura media dell’autunno 2021 in Europa è stata mediamente di 0.16 °C al di sopra della media di riferimento 1991-2020. La stagione è stato però relativamente fresca se paragonato agli ultimi 20 anni. Dal 2000 in poi solo l'autunno 2016 è stato più fresco. Colpisce il contrasto con l'autunno 2020, il più caldo mai registrato.
Nell’emisfero boreale l’autunno 2021 è stato prevalentemente sopra la media, con valori inferiori solo a novembre. Le temperature sono state particolarmente elevate sul Canada nord-orientale e in Siberia, in misura minore sugli Stati Uniti occidentali e centrali. Le temperature sono state decisamente inferiori alle media invece attorno allo stretto di Bering a sull’Alaska occidentale, e sulla Groenlandia sud-occidentale.
Anomalie di precipitazione, umidità relativa, contenuto volumetrico di acqua nel suolo e temperatura dell'aria in Europa per l'autunno (settembre-novembre) 2021 rispetto al trentennio di riferimento più recente 1991-2020
Sebbene le temperature europee non siano state particolarmente distanti da quelle del periodo di riferimento 1991-2020, sono state relativamente calde su Gran Bretagna e Scandinavia meridionale e, in misura minore, su parti dell'Europa meridionale, centrale e orientale.
L'autunno 2021 è stato il più caldo mai osservato per l'Irlanda del Nord. Temperature inferiori alle medie, invece, anche se in maniera non particolarmente marcata, si sono registrate su Scandinavia centro-settentrionale, Spagna, Francia, parte dei Balcani e Turchia, Islanda, Scandinavia settentrionale. Situazione contrastante sulla Norvegia dove le temperature autunnali sono state superiori di oltre 2°C rispetto al trentennio 1991-2020 al sud, mentre a nord sono state anche inferiori di 1°C alla media.
Poiché il periodo 1991-2020 è decisamente più caldo della media di lungo periodo, già il confronto con il trentennio precedente, 1981- 2010, descrive una situazione diversa. Nell'immagine sotto si nota in particolare come già shiftando in avanti la media di lungo periodo di soli 10 anni, le aree con anomalia negativa si riducano a discapito di quelle con anomalia positiva.
Anomalie di temperatura globali ed in Europa per l'autunno 2021 rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010. Nell'area dell'Alpeadria gli scarti dalla media sono stati compresi tra -0.4°C e +1.0°C. Più mite sull'area montana rispetto a Slovenia meridionale e Croazia settentrionale. E' evidente l'area di raffreddamento dell'Oceano Pacifico orientale dovuta alla Niña in atto nel corso dell'autunno.
L'autunno in Friuli Venezia Giulia
le stazioni meteorologiche selezionate per la realizzazione del report stagionale autunno 2021, sono:
quelle di Fagagna, Capriva del Friuli, Brugnera, Sauris di Sopra e Molo Fratelli Bandiera per quanto riguarda la rete ARPA-OSMER & Protezione Civile del FVG;
quelle di Canin2200 e Sella Nevea per quanto riguarda i siti di Società Meteorologica Alpino-Adriatica;
la stazione meteo non professionale di Gorizia gestita da Rudy Gratton; la stazione meteorologica non professionale di Rutte gestita da Zeno Cecon;
l'osservatorio climatologico del Carso presso il centro visite della Grotta Gigante gestito da Società Alpina delle Giulie (CAI) in collaborazione con Società Meteorologica Alpino Adriatica e Protezione Civile del FVG
La stazione meteorologica del rifugio Marinelli a 2180 m s.l.m., è inserita per un confronto tra Alpi Carniche a Giulie a parità di quota con quella del Canin2200.
I dati presentati possono essere considerati rappresentativi della media pianura, della costa, del Carso e delle Alpi Giulie. Rammentiamo che l'Osservatorio Meteorologico regionale ARPA-OSMER pubblica mensilmente meteo.fvgReport, resoconto dettagliato dell'evoluzione meteorologica mensile sul Friuli Venezia Giulia con i dati forniti dalla rete meteorologica regionale, che vi invitiamo a consultare.
Temperature medie e precipitazioni totali dell'autunno 2021 messe a confronto, laddove possibile, con la climatologia 1991-2020, o con altri periodi di riferimento.
I dati presentati nella tabella sopra permettono di archiviare l'autunno 2021 come un trimestre generalmente mite e con precipitazioni inferiori alla norma, sia dal punto di vista dei totali pluviometrici, sia per quanto riguarda i giorni con precipitazione.
PRECIPITAZIONI
Le stazioni di pianura, della costa e del Carso qui analizzate indicano come le precipitazioni siano state ovunque inferiori alla climatologia di riferimento con deficit pluviometrici variabili tra il 60% ed il 35% sui tre mesi. Meno marcata l'anomalia negativa di precipitazione sulla zona montana. Qui la percentuale di mm totali di acqua equivalente è stata pari all'80-90% del totale normale.
Le precipitazioni nel corso dei tre mesi analizzati sono state caratterizzate da pochi eventi concentrati, in grado di portare ad abbondanti accumuli. Segnaliamo in particolare la giornata del 1 novembre con 127 mm nella località di Brugnera ed il 4 ottobre con 60.7 mm a Fagagna. In quest'ultima occasione, in particolare, diverse linee di convergenza si sono attivate tra il 3/10 ed il 6/10 rimanendo stazionarie ed attive per diverse ore in ristrette aree territoriali.
Animazione radar del 4 ottobre 2021 tra le 6.30 e le 8.00 UTC della linea di convergenza tra bassa pianura friulana e goriziano. Fonte arso.si
Il giorno 4 ottobre (archivio meteo.fvg.it), si sono verificati accumuli per 85.4 mm a San Pietro al Natisone, 156.4 mm a Pradamano, 72.0 mm a Lauzacco, mentre 108.2 mm sono caduti a Fossalon il 6 e 107.1 mm a Vivaro tra il 4 ed il 6. L'animazione radar sopra immortala proprio una delle fasi principali che ha portato gli eventi più significativi nell'area.
Nel time lapse seguente, invece, la linea di convergenza stazionaria sulla bassa pianura friulana formatasi la sera del 3 ottobre vista dal Carso triestino in direzione nordovest.
Particolarmente significativo, in termini di quantitativi totali di pioggia caduta, l'episodio tra i giorni 1 e 4 novembre, soprattutto per l'area delle Prealpi e dell'alta pianura.
Nell'immagine seguente, centrata alle 18 UTC del 3 novembre 2021, abbiamo evidenziato il forte flusso sud-occidentale in quota e di scirocco al suolo, in grado di portare ingenti precipitazioni orografiche in particolare sulla fascia delle Prealpi ed Alpi Giulie.
Alla stazione meteorologica di Sella Nevea sono caduti circa 320 mm di pioggia in 4 giorni, di cui circa 200 mm nelle sole giornate del 3 e del 4. Tale circostanza ha portato ad alcune criticità proprio in questa località che è risultata la più colpita dall'evento, e che sono stati documentati attraverso il nostro canale Twitter.
Il tweet del 1 novembre 2021 al primo giorno dell'intenso peggioramento
Il tweet della mattina del 4 novembre, la fase più critica per le Prealpi Giulie con gli ingenti accumuli registrati in particolare nella località di Sella Nevea
Di seguito, il grafico delle precipitazioni incrementali ed ogni 5 minuti della nuova stazione meteorologica di Sella Nevea, realizzata all'interno di Alpi Giulie Meteo Lab, struttura di monitoraggio diffusa condivisa con Enti e Associazioni che operano nell'area geografica del complesso del Canin.
Degno di nota il parziale di 5.5 mm in 5 minuti caduti a settembre. L'evento di inizio novembre ha portato le prime nevicate significative in quota, a partire generalmente dai 1600-1800 m s.l.m. Già agli inizi di ottobre, però, si erano verificate deboli nevicate tra i giorni 6 e 7.
Grafico delle precipitazioni registrate a Sella Nevea dal primo di settembre al 30 novembre. Con l'istogramma nero i totali ogni 5 minuti, mentre la linea blu rappresenta le precipitazioni incrementali
L'evento perturbato più significativo, però, rimane sicuramente quello del 19 settembre 2021 quando una Imponente struttura temporalesca ha interessato il Nord Adriatico con l'ingresso di un veloce fronte freddo.
All'ingresso del fronte freddo, si è associata una shelf cloud (nube a mensola) prodotta dalla squall line entrata sul Golfo di Trieste tra le 22.30 e le 23 del 19 settembre. Nelle immagini seguenti e nel time lapse sono ben evidenti, illuminate dai fulmini, anche le nubi accessorie mammatus al di sotto dell'incudine del cumulonembo.
Nelle fasi finali del time lapse è particolarmente di effetto l'approcciare delle virga di precipitazioni alla costa di Trieste.
L'Imponente struttura temporalesca sul Nord Adriatico muove verso est con l'ingresso del fronte freddo. Si distinguono bene, illuminate dai fulmini, la shelf cloud prodotta dalla squall line che entrerà poi su Trieste circa 1 ora dopo e le mammatus al di sotto dell'incudine del cumulonembo. 19 settembre 2021, ore 22. foto Renato R. Colucci
La shelf cloud diventa più visibile mentre la squall line si avvicina alla costa di Trieste. 19 settembre 2021, ore 22.20. foto Renato R. Colucci
La shelf cloud diventa sempre più nitida avvicinandosi alla costa di Trieste. 19 settembre 2021, ore 22.35. In 25 minuti avrà raggiunto la costa. foto Renato R. Colucci
Il time lapse realizzato tra le 21 e le 23 del 19 settembre 2021 evidenzia tutte le fasi dell'imponente struttura temporalesca che si avvicina alla costa di Trieste. Foto e montaggio Renato R. Colucci
Animazione radar del 19 settembre 2021 tra le 18.40 e le 20.15 UTC (20.40 - 22.15 ora solare) con l'ingresso del fronte freddo sul Golfo di Trieste. Fonte arso.si
TEMPERATURE
Dal punto di vista termico l'autunno è stato più caldo della media, anche se in maniera meno marcata rispetto agli ultimi anni. Fa eccezione il mese di ottobre che, su tutto il territorio considerato, è stato più fresco del normale. Il dettaglio per stazione evidenzia anomalie negative rispetto al trentennio 1991-2020di -0.8°C a Capriva del Friuli, -0.9°C a Brugnera, -0.3°C a Fagagna, -1.1°C alla stazione Molo Fratelli Bandiera di Trieste.
In quasi tutte le stazioni meteorologiche analizzate, le temperature minime assolute del periodo si sono verificate il giorno 30 novembre, ultimo giorno dell'autunno meteorologico.
Nell'ultima decade autunnale le brinate mattutine hanno iniziato a verificarsi in maniera frequente anche in pianura ed in collina, così come sul Carso
I valori di temperatura minima e massima assoluta registrati nelle varie località analizzate
I valori più bassi registrati nel corso dell'autunno vanno dai -3.0°C di Capriva del Friuli ai -0.8°C di Fagagna (registrati però il 24 novembre), mentre Trieste Molo F.lli Bandiera non è sceso al di sotto dei 3.7°C. La minima di Gorizia è stata di -1.6°C mentre sul carso a Borgo Grotta Gigante è scesa a -4.6°C. A Rutte minima di -11.0°C, -7.2°C a Sella Nevea e -13.1°C alla stazione Canin2200 il 29 novembre (-13.0°C il giorno 30).
Le temperature massime assolute si sono verificate all'inizio della seconda decade di settembre e sono state quasi ovunque superiori ai 30°C in pianura. A Gorizia 33.4°C il 13, 30.2°C sul Carso a Borgo Grotta Gigante sia il 12 sia il 13, 31.7°C a Fagagna.
Da segnalare l'innesco di estese inversioni termiche all'inizio dell'ultima decade autunnale su pianura e costa che ha portato al verificarsi di nebbia ed accumulo di inquinanti nei bassi strani. Per fortuna la situazione non è perdurata troppo a lungo, lasciando spazio poi al cambio di circolazione alla fine del mese che, di fatto, ha portato alle prime condizioni segnatamente invernali.
Il time lapse pubblicato sulla pagina Instagram della SMA-A con l'inversione termica e la nebbia notturna sulla città di Trieste viste dall'altipiano carsico il 21 novembre. Foto e montaggio Renato R. Colucci
SELLA NEVEA E CANIN
Anche in montagna ottobre risulta più fresco del solito. In Canin ai 2203 m della stazione Canin2200, la temperatura media mensile è di 1.9°C, inferiore di 0.9°C alla climatologia 1991-2020. Anche il confronto con i trentenni meno recenti 1961-1990 e 1981-2010 evidenzia anomalie negative rispettivamente di 0.6°C e di 0.8°C.
Secondo la media di lungo periodo 1851-2020 però ottobre 2021 risulta più mite di 0.2°C. Solo confrontando ottobre 2021 con la media degli ultimi 10 anni si ottiene un risultato apprezzabilmente negativo con 1.4°C di anomalia negativa.
Il grafico seguente riporta le temperature autunnali giornaliere medie, minime e massime alla stazione meteorologica di Sella Nevea.
Temperature medie giornaliere, minime e massime alla stazione meteorologica di Sella Nevea, Alpi Giulie Meteo-Lab
Il confronto con la serie storica disponibile di lungo periodo per la stazione Canin2200, evidenzia un autunno decisamente mite in quota, all'interno del trend di riscaldamento osservato. Da rilevare come, a differenza dell'andamento annuale che vede un marcato aumento della temperatura media a partire dalle metà degli anni '80, l'autunno appare in continuo e graduale riscaldamento a partire dal 1930 circa, e quindi da oltre 90 anni.
In questo lasso temporale la temperatura media è di fatto aumentata di poco più di 1.5°C. L'autunno più caldo risulta quello del 2006 con una temperatura media di 5.0°C, mentre quello più freddo il 1912 con -2.9°C.
La serie delle temperature autunnali alla stazione meteorologica Canin2020. Per i dettagli su come è stata realizzato questo record di temperature si può consultare questo lavoro pubblicato sulla rivista International Journal of Climatology
Dal 1974 l'autunno non registra più temperature medie inferiori agli 0°C, e solamente alla fine degli anni '90 ci si è avvicinati a tale soglia. Questo aspetto ha profonde ripercussioni sulla fusione dei resti nevosi annuali dell'inverno precedente ed incide in maniera preponderante sulla tenuta dei corpi glaciali residui nelle Alpi Giulie. Un autunno caldo significa, infatti, una stagione di ablazione estiva molto più lunga di prima.
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